giovedì 24 novembre 2016

REFERENDUM COSTI-TU-ZIO-NALE / RE-ferendo




REFERENDUM. Facciamo un salto indietro nel tempo. 
"Partecipare" da importante è diventato vitale. 

Santa Fukushima te la ricordi





Stavo ancora in Italia a quel tempo,
quando le vasche della centrale furono inondate,
causa una stracazzutissimo tsunami
che quando si è ritirato ha lasciato uno scenario
devastato tanto quanto quello post-apocalittico di Ken Shiro.
E radiazioni a go-go. Meglio non sapere. 





Quando sentii alla radio che già in Alaska e Canada
pescavano pesce avariato, 

anche tu capisci fino a dove sei arrivato,
tu e tutti i tuoi simili,
consapevoli o inconsapevoli, 

complici o colpevoli,
siamo colpiti, 
tutti dentro. 


http://simonefaresin.blogspot.com/2014/08/fin-che-la-barca-va-lasciala-andare.html




Siamo sullo stesso mondo, eppure una determinata posizione
fa ancora molta differenza,
per non parlare della tua lingua
o peggio ancora di qual è la tua religione
o quale sarà la tua votazione.   

La sottile linea tra quello a cui credi
e quello che neanche sai che esiste.
I confini degli stati.
La linea irregolare della costa,
ogni giorno smangiucchiata sempre più,
viviamo su un cracker? Cazzo figata,
sto sempre in un aperitivo ovunque. 


Anche il bar ha un confine,
il solco nel pavimento,
una linea scavata dritta come un binario 

dove scende la serranda ogni madrugada. 

Fuori la vita sociale è un'altra cosa,
un'altra dimensione.
Figurati fuori dai confini, oltre il molo.
Figurati fuori da tutta la tua giurisdizione.
Figurati "in culo al mondo".

Figurine attaccate bene, dentro ai bordi.

Le divise dei guarda-costa, dei capo-treno, dei capo-stazione,
le divise dei traghettatori, dei finanzieri, dei carabinieri,
le ambizioni di intere generazioni, gli articoli della Costituzione,
il valore di ogni sacrificio e di ogni impresa,
svanisce tutto dopo quel pontile, ultimo baluardo,
e là atras rimane tutto appoggiato, con la tavola ancora imbandita.
Sono in tanti che vogliono ancora mangiare.
Io lascio il mio posto,
sono libero di andare a fare in culo dove mi pare.

Fare il Referendum.

Santa Fukushima te la ricordi?
Fukushima, Fuck-you-shima, Santa Fukushima.
Martire per il mondo, proprio quando in Italia
si stava ripensando al nucleare 

e a dove lo si potesse collocare.  

"Così saremo indipendenti
e non dovremo comprar dai francesi l'elettricità." 


Si ma con quale rischio?
Se sbagli perdi tutto,
per un botto di tempo. 


(Tempo minimo per smaltire una sbornia radioattiva: 600 anni) 

Che porcheria, 

giusto nello spazio puoi usare l'energia nucleare, 
là dove le radiazioni "sono di casa", 
là nello spazio profondo,
fuori dall'abbraccio della nostra amorosa e protrettrice
"Mamma-Atmosfera". 

Fare il Referendum.

"Mamma Costituzione"

E la mamma, è risaputo, non si tocca.
Mah, non mi sembra.
C'è sopra un Livido Vinilico.

Le leggi del popolo con il governo non eletto dal popolo.

Fare il Referendum.

Stanno ancora prendendo tempo,
quanto ci vuole ancora prima di far saltare tutto?
E se non scoppiasse niente?
Un vero cambiamento, una rivoluzione, congelata nel tempo
come un ordigno inesploso,
come una fame senza bocca,
uno stallo lungo e silenzioso
mentre il corpo s'incomoda a sentirsi imprigionato nelle leggi della fisica,
come un sasso che cade a peso morto,
mentre la mente s'inventa di tutto, anche delle preghiere,
affinchè non accada l'inevitabile, lo splat! del secolo. 
Attraverso le nuvole scorgi già il suolo
e l'impatto è ancora solo una questione di tempo. 
Re-fe-ren-doom, Re-fe-rem-boom! 


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